Ringrazio il mio Signore per come un giorno si è fatto conoscere nella mia vita. Fin dall'età di 10 anni la morte era per me un pensiero ricorrente. Mi chiedevo: “Come è possibile che nasciamo, cresciamo e con la morte finisca tutto?” Questo pensiero mi rattristava tanto da farmi cadere spesso in crisi di pianto sconsolato.

Non ricordo quasi nulla della mia infanzia immagino perché la mia mente abbia voluto in qualche modo rimuovere il pensiero delle continue discussioni tra i miei genitori che spesso arrivavano addirittura alle mani. Purtroppo, mio padre è stato un giocatore d'azzardo per tanti anni. Ogni giorno una lite. Durante l’adolescenza cercavo di restare fuori casa il maggior tempo possibile per evitare di presenziare a quel deprimente spettacolo.

Ricordo che quando uscivo con qualche amica e mi divertivo, subito dopo pensavo mia madre a casa che piangeva, provando un opprimente senso di colpa. In casa mi chiudevo nella mia stanza e cercavo di estraniarmi ascoltando musica attraverso le cuffiette del mio inseparabile walkman.

All'età di 16 anni conobbi il mio primo marito; in lui vedevo la mia àncora di salvezza. Dopo 7 anni di fidanzamento iniziammo a parlare di matrimonio sebbene non fossi pienamente convita di voler fare quel passo importante e definitivo. Sapevo di volergli bene, ma non di amarlo tanto da poter vivere tutta la mia vita con lui e decisi di lasciarlo. La decisione non piacque ai miei genitori che facendo leva sui miei sensi di colpa mi forzarono a sposarlo.

Da questa unione sono nate due figlie meravigliose, per le quali ringrazio Dio con tutto il cuore. Tuttavia, con il passare del tempo ero sempre più infelice, prigioniera di una scelta sbagliata. Dopo undici anni di matrimonio, nonostante la delusione per non essere riuscita a tenere unita la famiglia come avevo tanto desiderato, decisi di lasciarlo. I sensi di colpa mi appesantirono a tal punto che caddi in una profonda depressione.

Proprio in quel periodo mia madre si era accostata al Signore e aveva cominciato a parlarmi di un Gesù vivente. Molte volte mi aveva invitato ad andare in chiesa con lei, ma io puntualmente avevo rifiutato.

Un giorno, però, decisi di partecipare ad un culto evangelico. Avvertii subito che qualcosa stava avvenendo nel mio cuore. Il peso non era sparito; addirittura c'era in me il desiderio di morire per non soffrire più. Una sera, andando a dormire, iniziai a piangere. In quel momento chiesi al Signore di rivelarsi nella mia vita. All'improvviso la mia bocca iniziò a lodare e glorificare il nome di Cristo Gesù. Udii la voce di Dio; lo sentii soffrire per me, per la mia situazione. Lo avvertii proprio accanto a me. In quell'istante sentii il mio cuore scoppiare di una gioia indescrivibile che sgorgò in un pianto liberatorio.

Il giorno dopo pensai di aver sognato, tuttavia, appena poggiati i piedi a terra, percepii una sensazione di leggerezza: come se camminassi sospesa tra le nuvole. Compresi che Gesù stava cominciando un'opera in me.

 

Da allora sono trascorsi 12 anni. Le prove non mancano ma oggi so che il mio Signore non mi lascia e non mi abbandona. Egli vive in me. Ho dato la mia vita a Lui e non torno indietro. Il mio desiderio è crescere spiritualmente e servirLo in tutto ciò che Lui mi comanda. Se oggi sono quel che sono è soltanto per la Grazia Sua. Ora so che con la morte non finisce tutto; ci aspetta un'eternità da trascorrere con Lui.

Circa due anni fa ho ricevuto l'adempimento della promessa per me: il battesimo nello Spirito Santo.

Ringrazio il mio Signore di vero cuore per tutto ciò che fa per me.

La mia testimonianza vuole essere un messaggio di speranza per quanti sono alla ricerca della Verità. Voglio trasmettere agli altri che la vera gioia si può trovare soltanto in Dio.

A Lui solo va tutta la gloria.   

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